La Flora

CARPINO BIANCO
(Carpinus betulus - Fam. Corylaceae)

Diffusione e habitat: E' distribuito in tutta la regione, Europa, Asia minore. Forma boschi misti collinari e submontani.

Descrizione: albero a foglie caduche alto fino 25 m. Corteccia liscia, cenerina. Foglie ellittiche o ovate di colore verde, margine seghettato, arrotondate alla base e acuminate all’apice, ad inserzione alterna. Sulla stessa pianta si trovano sia i fiori maschili che femminili:

quelli maschili sono gialli, quelli femminili sono verdi. I frutti sono piccole noci brunastre. Fiorisce in aprile-maggio. Fruttifica in luglio. Utilizzo: il legno è usato come combustibile, per la produzione di carbone, per la fabbricazione di oggetti da artigianato.



FRASSINO COMUNE
(Fraxinus excelsior - Fam. Oleaceae)

Diffusione e habitat: è distribuito in tutta Italia, cresce in Europa, Asia occidentale e Africa nord-occidentale. Esige suoli umidi.

Descrizione: albero a foglie caduche alto fino a 20 – 40 m. Corteccia liscia grigio cenere in giovane età, che in seguito si screpola longitudinalmente. Foglie ellittiche o ovate, margine seghettato. Fiori maschili e femminili poco appariscenti di colore verde-bruno portati sulla stessa pianta o su piante diverse. Il frutto è una samara. Fiorisce in aprile-maggio. Fruttifica in luglio.

Utilizzo: il legno trova impiego in lavori di falegnameria per la fabbricazione di attrezzi sportivi, utensili da lavoro, tranciati decorativi.



CASTAGNO
(Castanea sativa - Fam. Fagaceae)

Diffusione e habitat: è distribuito in tutta la Regione, Europa meridionale, Asia occidentale. Tollera la siccità estiva, teme le gelate precoci e le piogge abbondanti, vive su terreni sciolti, freschi e profondi, non tollera i suoli calcarei, argillosi e troppo umidi; preferisce suoli silicei e sabbiosi (900-1200m). Descrizione: albero a foglie caduche alto fino a 30 m, corteccia bruno-grigia, dapprima liscia poi fessurata longitudinalmente. Foglie lunghe-lanceolate, acute, profondamente dentate. Sulla stessa pianta ci sono fiori maschili e femminili: quelli maschili sono bianchi.I frutti, comunemente castagne, sono raccolte in una cupola spinosa che si apre in 2-4 valve. Fiorisce in giugno-luglio. Fruttifica in ottobre.
Utilizzo: pianta coltivata a scopo alimentare. La corteccia del Castagno ha applicazione nella terapia domestica come astringente intestinale e cutaneo. Le foglie hanno una forte attività astringente e la proprietà di calmare la tosse, disinfettare blandamente le vie respiratorie, sedare le tossi asmatiche. Il castagno è stato la base dell’alimentazione per gli abitanti dell’Appennino fino a metà Novecento. I frutti venivano essicati ponendoli su graticci sotto cui era acceso un fuoco: ciò avveniva nel ‘metato’, piccolo edificio costruito appositamente nei pressi dei castagneti. Le castagne secche erano poi battute per eliminare tutta la pellicola attorno al frutto e macinate per ottenere infine la farina.



LA ROVERELLA
(Quercus pubescens - Fam. Fagaceae)

Diffusione e habitat: Regione Emilia Romagna, Europa meridionale e Asia minore. E’ diffusa dal litorale fino alla zona collinare e submontana. Forma boschi misti su versanti caldi e asciutti, adattandosi a suoli di diverso tipo, compreso quelli argillosi. 
Descrizione: albero a foglie caduche alto fino a 25 m., corteccia grigia fessurata in piccole squame, rametti pelosi, foglie ovate - lunghe, la pagina superiore delle foglie è liscia e di colore verde scuro, quella inferiore è pelosa e bianco-grigiastra, picciolo corto o allungato. Sulla stessa pianta si trovano i fiori maschili e femminili: quelli maschili sono giallastri e penduli, quelli femminili sono piccoli e raggruppati all’ascella della foglia. I frutti sono ghiande che maturano nell’arco di un’annata. Fiorisce in aprile-maggio Fruttifica a settembre.

Utilizzo: il legno è un buon combustibile ed è adatto alla produzione di carbone, era usato anche, per la sua robustezza, nella costruzione di attrezzi agricoli. Le ghiande sono appetite dai suini e la corteccia era usata nella concia delle pelli. Un tempo erano allestite le carbonaie. Il legname veniva disposto in modo da creare una cupola ricoperta di foglie e zolle di terra, con un camino centrale in cui erano inserite le braci che avviavano la combustione. Iniziava così la veglia durante la quale il carbonaio creava fori di ossigenazione in punti appropriati della catasta considerando venti ed esposizione; questi fori erano fatti partendo dall’alto, per scendere verso il basso della cupola. La perizia del carbonaio consisteva nel valutare il colore del fumo in uscita: esso dava informazioni circa lo stato di avanzamento della combustione e del fuoco; il legname all’interno doveva ‘cuocere’ senza ricevere quantità eccessive di ossigeno che portassero ad una combustione troppo veloce ed al conseguente incenerimento della legna.